copcrimsonblue(GlobMetal Promotions ) Qualcuno definisce la musica dei russi “nu art metal”, ma io non ho ben capito il perché. Ho capito però che questa female fronted band ha realizzato nel 2011 un demo e questo è il primo full length. Inoltre ho capito che al di là di ogni etichetta, devo da subito riconoscere che Dani Hellstrom  ha una voce incantevole. “Iceland”, canzone che apre questo album, ha toni piacevoli, melodia fluente e con tastiere ben inserite e che la sorreggono. Il guitarworking ( di Hans Martysh e Stanislav) ha buoni spunti e non crea un impatto troppo devastante, tanto che in alcuni passaggi il basso di Latex è addirittura in risalto. La canzone ha toni tra rock, metal, gothic e tenuti insieme da un atteggiamento progressive. “L.M.A.” ha un cantato che definirei rock nel ritornello, mentre le chitarre solevano una coltre di groove metal, in quella che è una canzone tutto sommato fruibile. Anche “Haesitaio” è un brano d’interesse perché il riffing sa essere imponente, ma allo stesso tempo coinvolgersi nelle melodie vocali e l’impianto delle tastiere. “Ave Sensorium” gioca con toni tranquilli e con l’appoggio di soluzioni anche acustiche , ma la musica va poi in crescendo. Un brano stile Nightwish. “September” è un pezzo che sembra tagliato su misura per la vocalist, ma i musicisti e suoi compagni hanno definito un buon arrangiamento. “Clouds”, “Flax”,  non so se siano “nu art metal”, ma impastano di sicuro il nu metal e il gothic e un visual rock che alla fine propone pezzi di taglio moderno, abbastanza immediati, ma non vestiti di quelle melodie splendide che in vece forniscono altri pezzi. Un set di canzoni che sembrano riempitivi o comunque non sono riuscite e composte come probabilmente è avvenuto per altre. Tra i pezzi più duri c’è “Forest (Atonement)”, mentre altri hanno strutture più elaborate, non proprio di carattere prog, ma almeno dinamiche e cangianti, come “Nagual” e “H. U. lab Experiment I – “The 6th Sense”, per la sua elettronica in appoggio. Non so se siano i Crimson Blue a volersi etichettare come “nu art metal” o qualche agente che li segue, ma credo che loro abbiano molto di artistico, il fatto di passare da toni morbidi ad altri più energici e con un occhio al rock, al metal e i loro generi derivati, oltre ad influenze importanti, conferisce al loro sound un atteggiamento davvero artistico. Di nu metal hanno poco ed è meglio che la smettano di usare quell’aggettivo, immondo ed evitare eventuali equivoci artistici e di mercato. “Iceland” ha qualche zona d’ombra, ma l’insieme di questi musicisti ha il potenziale per migliorarsi nel tempo e, soprattutto, trovare una propria strada.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10