(Prophecy Productions) Esce al momento giusto il secondo album dei dark rocksers tedeschi Crone: il giorno dell’equinozio che apre le porte alla malinconia dell’autunno, verso il freddo, verso la stagione buia… con quel titolo che in qualche modo gioca proprio attorno al concetto di far luce sulle tenebre. La band originariamente concepita dal vocalist e chitarrista sG (Phil Jonas) dei blacksters Secrets of the Moon e dal batterista Markus Renzenbrink dei brutal deathsters Embedded, è cresciuta nel tempo, aggiungendo in formazione anche il chitarrista Kevin Olasz (Deadborn, God Enslavement), il bassista degli Embedded, Daniel Meier ed il tastierista Christian Schmidt (anche batterista dei Decision to Hate) e non a caso questo nuovo album si affianca all’evoluzione proprio dei Secrets of the Moon, i quali virano sempre più verso tendenze dark/ gothic, allontanandosi dal black. “Gotta Light?” trae ispirazione da ‘Twin Peaks’ di David Lynch e si inerpica tra i misteri della vita, terrena o meno che sia, con un’aura surreale, guardando all’altro mondo, ai sogni e all’epilogo della vita carnale. Tra post rock, goth, grunge, metal e dark rock, i Crone si muovono liberamente, senza sentirsi obbligati entro dei confini stilistici specifici: “No One Is Ever Alive” è dannatamente tetra, lenta, marziale, quasi funerea, mentre l’inno ai sogni infranti “Abyss Road” è più rabbiosa, quasi punky, intrinsecamente malvagia e decadente. Impermeabile e destabilizzante “Gemini”, brano coronato da un assolo di chitarra tanto struggente quanto favoloso; delicata e uggiosa prima, incalzante poi, la provocante “This is War”. Irrequieta ed esplosiva “They”, emozionante “Towers Underground”, canzone con una performance vocale particolarmente esaltante. Il dark rock è tutto in “Quicksand”, si percepisce l’ispirazione dei Pink Floyd in chiave hard rock sulla favolosa “Waiting for Ghosts”, progressiva ed avvolgente “Silent Song”, prima della stupenda e strumentale “Kenosis”, una traccia che ipnotizza ed eccita contemporaneamente, grazie alla sua uggiosa decadenza e alla sua travolgente brillantezza compositiva. È chiaro che Phil e Markus ormai puntano tutto sui Crone, piuttosto che sulle rispettive bands di provenienza, riversando dentro questo progetto la loro naturale evoluzione artistica, la quale fatica a restare imbrigliata dentro recinti ben definiti. “Gotta Light?” è un album nel quale immergesi, nel quale lasciarsi andare, facendosi trasportare da qualche parte… non importa se vicino o lontano, in questo o l’altro mondo, l’importante è cercare di fare luce lungo il sentiero che conduce all’inarrestabile discesa dell’umanità.

(Luca Zakk) Voto: 9/10