copCROSSNAIL(Fireball Records) Crossnail? Teodor Tuff!!! Per ragioni a me non chiare la band norvegese ha cambiato moniker (adoravo il precedente) ma per fortuna non ha cambiato line up e nemmeno stile! “Sands Of Time” è per ora solo un singolo, una anticipazione del secondo album (il primo con il nuovo moniker) previsto per l’estate. Un’anticipazione curata, intelligente ed impattante; La title track è potentissima, ricca di quelle ritmiche che la band aveva dimostrato di saper creare con “Soliloquy” nel 2012, piena di idee melodiche, ottimi assoli… solo che questa volta a fianco del fantastico Terje Harøy alla voce c’è una guest che certamente non passa inosservata: Elize Ryd, già famosissima per la sua attività con gli Amaranthe, ma anche con Kamelot e pure con Timo Tolkki nel suo progetto Avalon. “Sands Of Time” è a cavallo tra un prog melodico e l’heavy metal che la band di Christer e Rayner Harøy (fratelli, il singer è il cugino) sanno concepire con efficacia (i due militano anche nei Divided Multitude. E si sente). Il duetto tra la grinta esagerata di Terje e la melodia di Elize è fantastico, ed entrambi trovano spazio per scatenare poderosamente le rispettive qualità vocali, mentre la canzone progredisce tra ritmiche monolitiche e assoli ricercati. La B-Side che accompagna l’assaggio del prossimo disco è un qualcosa di inusuale, strano, ma dannatamente ben fatto ed azzeccato. Si tratta della cover di “Somebody That I Used To Know” di Goyte, l’artista indie pop belga-australiano; la canzone originale ha un feeling dolce, è una ballad, integra suoni caldi ed esotici e la voce dell’artista ricorda vagamente quella di Sting. Poco metal? Schifo? Pensate al suicidio? Giusto, avreste ragione… ma prima ascoltatevi la versione dei Teod… aehm, Crossnail! Base ritmica pulsante; la voce di Terje espressa alla perfezione (capace di trasformare la canzone in un pezzo quasi “tipico” di questa formazione!); non mancano assoli, non mancano sezioni dannatamente heavy… una trasformazione radicale del pezzo originale, ad ulteriore prova che tutta la musica viene dalla stessa universale origine e che sono le emozioni e l’energia a delimitare i generi, modificando i suoni, caricando positivamente l’ascoltatore. Singolo invitante… uno stimolo subdolo che fa desiderare l’album, porta a sperare che dentro quel CD ci siano otto o dieci pezzi e non solamente due. Ma l’attesa sta per finire: speriamo solo che ci ripensino sull’argomento moniker: non sapevo cosa volesse dire Teodor Tuff, fino a quando ho scoperto che si tratta del nome di uno strano tizio che viveva in una isola sulla costa norvegese… un personaggio criptico, isolato, particolare, il quale si recava sulla terra ferma solo per… le elezioni! Crossnail, forse, è più banale… ma la musica di questi cinque norvegesi è fenomenale, qualsiasi sia il nome scritto sulla copertina della release.

(Luca Zakk) Voto: 8/10