copcrucifiedb(Despotz Records) Pochi giorni fa leggevo che le Crucified Barbara hanno dichiarato che questo album, il quarto per le ragazze svedesi, contiene qualcosa di importante: ovvero “le nostre opinioni hanno preso un posto ancora più importante nella scrittura [dei pezzi]”. A cosa si riferiscano nello specifico sono le stesse rockers a dirlo: diritti degli animali e misoginia. Argomenti non nuovi per una band femminile, a prescindere dalla latitudine dalla quale essa proviene. “In the Red” potrebbe essere il miglior album delle Crucified. Forse. Forse perché non nascondo che la prima metà dell’album, pur proponendo buoni pezzi, comunica a tratti una sensazione di prevedibilità da rock and roll. La seconda metà espone invece una maggiore concretezza stilistica, perché i pezzi si dimostrano più graffianti e avvincenti. Al di la dei contenuti testuali più diretti, la musica delle svedesi è sana e scorrevole. Altezzosa e d’impatto, dannatamente carica dal punto di vista ritmico; anche il basso pulsa con costante impeto e la cosa non fa che bene al riffing di stile sommariamente americano. C’è anche il tempo per qualche linea delle chitarre derivate da altre sonorità, come i Kyuss dell’introduzione di “The Ghost Inside” o i Black Label Society in “To Kill a Man” e tuttavia sono attimi derivati da un patrimonio stilistico ormai universalmente comune. Del resto è, appunto, rock and roll. La tradizione di cadenze spinte, graffianti melodie e voci d’assalto ruvide e sempre dai timbri alti permette a “In the Red” di essere un lavoro che conferma e definisce i criteri del valore delle Crucified Barbara che non arrivano mai stanche sulle melodie delle canzoni, tanto meno nella già detta prima parte, in cui l’adrenalina delle ragazze è, come sempre, alta. Cosa resta da dire? Nuovo album delle Crucified Barbara, solito hard rock elettrizzante, concepito con criterio e dal tocco sempre tradizionale. Del resto è rock and roll.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10