(Season of Mist) I Cryptopsy di Montreal sono tra le band estreme più celebri. I canadesi in definitiva sono molte cose perché dal 1992 a oggi Flo Mounier, batterista, è ormai l’ultimo di una stirpe che ha visto diversi cambi di formazione. Tanti quanti gli stessi cambi di stile operati dalla band che dall’epopea death-grind, ha progressivamente abbracciato attraverso diverse fasi, il technical death metal. “An Insatiable Violence” è il nono album e si presenta con una produzione pulita, bilanciata, per delle esecuzioni micidiali, nervose e non del tutto frenetiche. Se Flo Mounier scandisce le marce, il motore chitarristico fondato da Christian Donaldson coadiuvato dal basso di Oli Pinard, avanza tra sminuzzamenti brutali, cadenze assassine e ossessive, pesanti e marcate, spingendosi poi a tirate micidiali dove tutto accelera e viene portato alle estreme conseguenze. I Cryptopsy presentano un decente tasso di groove nei passaggi in mid-tempo si avvicinano a un death metal dalle strutture canoniche, oscuro e inquietante dunque. In neppure trentaquattro minuti, “An Insatiable Violence” diventa la sana sintesi delle capacità esecutive e creative della band canadese. Matt McGachy, voce, e gli altri si lanciano in una ponderata altalena di death metal dalle fattezze di un macellaio all’opera, cavalcate scandite da riff ossessivi e agili, a scorribande che superano il brutal e il death-grind. In “An Insatiable Violence” vivono anche operazioni che avvicinano la band a cose dei Cannibal Corpse e Suffocation in certi passaggi. Segno che questi tre mostri sono ancora un punto di riferimento per tutti.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10