copDAD(AFM/Mermaid Records / SONY Music Entertainment) Ok, c’è molta passione in quanto sto per scrivere. Anzi, sto per recensire una cosa che ho comprato personalmente, in pre-ordine, autografata. “DISN30LAND AF30R D30K” è un’altra divertente idea del quartetto Danese per continuare quella eterna presa in giro, quell’infinito scherzo legato ad una questione legale che risale agli inizi del 1980 secondo la quale -la storia racconta- la Walt Disney Company minacciò di denunciare la band se non smetteva di usare il nome originale, “Disneyland After Dark”. Nome fantastico, se ci pensiamo, concepito dall’eccentrico bassista (che tutt’ora si costruisce stranissimi bassi a 2 corde -le altre 2 dice che non gli servono-) il quale dichiarava che a Disneyland, dopo gli orari di chiusura -con il buio- tutto potrebbe succedere. E di tutto è successo, effettivamente! Autori di un loro stile di hard rock, personale, diverso, unico, sono in giro da ben 30 anni, con una line up stabile (è cambiato solo il batterista, ma l’attuale è membro fisso dal 1999), e con pubblicazioni sempre bellissime, in delicato equilibrio tra il materiale per l’intenditore e quello per il rockettaro fanatico. Come dicevo, Stig, il bassista, è unico e appariscente. Il frontman (e chitarra ritmica) è un tipo personalissimo, il quale nonostante i quasi 50 anni, fedele a dichiarazioni antiche, non ha mai tagliato i suoi capelli (ci ha pure scritto una canzone in passato sull’argomento). Un chitarrista solista, fratello del frontman, in gamba, misterioso, creativo, semplicemente fantastico. Ed il giovane batterista (mi piace definirlo giovane, ha praticamente la mia età!) che nonostante “vanti” quei 10 anni in meno degli altri, risulta integrato, in linea, molto scenico anche dal vivo, grazie alla sua piattaforma aerea. Trent’anni di divertimento, di ironia, di auto-ironia che converge su questo titolo criptico ed ai confini legali: immagino il pool di avvocati della Disney che starà spulciando libroni di legge per trovare il modo di denunciare i rockers danesi… che per la seconda volta consecutiva prendono in giro l’argomento (il precedente stupendo disco è intitolato con il nome originale… ma scritto come pronunciato nel criptico idioma danese). Sono concreti, veri, fedeli alle proprie linee guida, ai loro eccessi, al loro look (il bassista quarantanovenne con i suoi costumi scenici -e non- riesce ad essere molto più glam di qualsiasi altra glam rock band…). Sono decisamente unici. Non a caso mi sono comprato questo triplo vinile, autografato con allegata la versione, sempre in vinile, dell’ultimo disco (lo avevo già in edizione limitata su CD). Su “DISN30LAND AF30R D30K” c’è il “best of” dei trent’anni di meritata carriera e, permettetemelo, hanno “materiale best of” sufficiente per riempirne almeno il doppio dei vinili. Viene coperta TUTTA la produzione, tutti gli undici full length scritti, riportando l’ascoltatore, vinile dopo vinile (esiste anche in CD o in digitale…) indietro e poi avanti nel tempo, rivivendo colonne sonore di una vita -la mia, la loro, la vostra- che è unica, unica come ogni singola vita umana, fatta di momenti, di esperienze, gioie, dolori, risate, bevute, sballi. Fatta di vita vera. Le tracce sono ovviamente 30, il lavoro vi richiederà circa due ore di “impegno”, per poter riassaporare, una dietro l’altra, canzoni mitiche selezionate dalla vasta produzione della band: c’è “Marlboro Man” dal primo disco, c’è la mitica “I Won’t Cut My Hair”, quella dichiarazione di life style rappresentata da “Sleeping My Day Away”, la famosissima “Jihad”, la menefreghista “Point Of View”, la dolce “Something Good”, e così via fino a tre tracce dell’ultimo lavoro. A mio parere ne mancano molte, molte canzoni che adoro (ad esempio “Breaking Them Heart by Heart”), ma è matematicamente impossibile farci stare tutto il lavoro di 11 dischi dentro il simbolico limite delle 30 tracce. Sono meno di tre per album, ma non è un problema: chiunque voglia mettere le mani su questo disco lo può desiderare per uno dei due seguenti motivi; il primo è che non li conosce, ammette di vivere in un mondo non reale (Disneyland?) e grazie questo lavoro entrerà in sintonia con questo rock poderoso e finirà per innamorarsene. Disperatamente. Il secondo? Semplice: la notte, quando il sole è svanito, quando inizia quell’atmosfera magica è fonte, per chi ama i D-A-D, di quel desiderio intimo di andare a Disneyland, una Disneyland a porte chiuse e luci spente, per il puro perverso desiderio di percepire, capire, vivere quell’altro lato, oltre la linea di demarcazione, oltre la vita del giorno, oltre la vita della notte, oltre i sogni: quei sogni che questa fantastica band in 30 anni ha contribuito a creare.

(Luca Zakk) Voto: 30/10