copdancenot(This Is Core Music) Uno dei più classici inizi che il rock possa proporre, ovvero qualche colpo della batteria e poi una chitarra che entra corposa, distorta, con un riff tossicchiante e di seguito tutto il resto. Trascina immediatamente “My Place”, apre l’album con immediatezza e fresco coinvolgimento. Non dovevano assolutamente sbagliare i Dance! No Thanks (ho sempre pensato che hanno uno dei nomi più fantasiosi che si possa trovare) dopo l’EP “Don’t Sweat It” (QUI) sempre su This Is Core Music. “Stuck In Prison”, “Someone Like You” e poi “Looking for the Answers”, “Tonight”, sono canzoni ben definite e continuamente nel territorio del punk, del rock, e del pop-rock. Questo significa che c’è abbondanza melodica, ma anche uno stile ancor più rifinito, maturo. Caratteristiche imprescindibili per una band che realizza il primo album ed è giovane, nonostante in tre anni i piemontesi abbiano fatto cose interessanti, come un tour in Russia e Ucraina con i Last Day Before Holiday. I nove pezzi scorrono via bene e non sembrano presenti tra loro dei riempitivi o scelte avventate. “Something to Believe In” non sarà il nuovo capolavoro del melodic punk-rock, ma non scopre il fianco a ritornelli o cantati al saccarosio (tuttavia non manca uno scenario pacato e da ballad pop, come “Thousand Miles Apart”), non si allea con le solite e scontate sortite rudi nel bel mezzo delle melodie. Le canzoni vanno poco oltre i due minuti e mezzo e propongono strutture lineari, una batteria sempre al passo e le chitarre che oltre a ruggire spesso si ritrovano anche a duettare tra di loro, non con assoli ma attraverso progressioni melodiche. Un album che segna per la band un netto passo in avanti e potrebbe contribuire a rendere i Dance! No Thanks una futura realtà nostrana.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10