copgazzoliprj(Street Symphonies Records) Un salto indietro nel tempo, quando la musica era bella, allegra, ma intensa, ricca, melodica, curata, potente… e sempre si elevava come barriera davanti a vite sconvolte, sregolate, assurde; era il mondo delle rock star, delle arene sold-out, era quando tutto era grandioso, colorato, esplosivo, ricco di fervore. Erano i tempi di Bon Jovi, Ratt, Whitesnake, Scorpions, Europe… tempi che sembrano tornare oggi, sia per una generale tendenza stilistica (qualcuno la chiama ‘revival’), sia perché questo “Night Hunter” sembra una perla di hard rock sepolta nel 1985 e riesumata oggi… con la qualità del suno disponibile oggi! Tutto ruota attorno all’axe man Danie Gazzoli il quale non solo suona in maniera fantastica, ma è anche capace di comporre pezzi esaltanti, catchy, attraenti… musica che trent’anni fa avrebbe scalato le classifiche, sfornando una fila di instant-hit! Potente e pulsante la title track posta in apertura. Tirata e rabbiosa “Forged By The Pain”, una canzone molto più metal che hard rock! “Liar” è spudoratamente ’80… dannazione, roba che ti fa immaginare il rocker biondissimo con una mandria di femmine in calore schierate davanti al palco (o davanti alla porta del camerino…) in piena adorazione del proprio idolo! Il blues si materializza con “Self Destruction Blues”; ed il blues bisogna saperlo fare, non viene così, non viene da solo, non è solo un riff messo lì o un drumming lineare! Se poi prendi del buon blues e lo inietti nell’hard rock allora le cose diventano ancor più difficili… tranne, evidentemente, per Daniel Gazzoli! Intensa “Run”, stupenda la ballad “Prayer For An Angel“, oscura e malinconica l’ottima “Don’t Leave Me Alone”, mentre la conclusiva “The Beat Of My Heart” torna ad un metallo classico, tirato, guidato da una furia ancestrale. Con una band dal livello altissimo, specialmente per quanto riguarda il fantastico singer Leonardo F. Guillan, Daniel Gazzoli mette in circolazione dell’hard & heavy d’autore, completo, tuonante, trionfale. Certo, con un milione di bands sfornate negli eighties, più quelle che si sono mantenute in vita, quelle tornate dall’oblio o semplicemente quelle nate nei tempi recenti, è difficile parlare di originalità… anche se frequenti parentesi dal sapore blues, picchi di metallo rovente e lascive divagazioni glam, rendono la release particolarmente identificativa; per il resto siamo nel bel mezzo di un superlativo tributo a quell’epoca, a quel sound, grazie a nove brani efficaci, esaltanti, curati nei dettagli, capaci di catapultarti nel bel mezzo della strip, alle porte delle venue storiche, nel cuore di una L.A. alla quale appartiene una pagina della storia del rock.

(Luca Zakk) Voto: 8/10