copdarkmoor(Scarlet/Audioglobe) Adoro i Dark Moor: sono l’espressione più barocca e romantica del symphonic power metal, quel genere che nella seconda metà dei ’90 e nella prima metà dei 2000 andava per la maggiore, e che poi tutti hanno rinnegato, al punto che oggi le uscite di genere si contano sulle dita di una mano. “Ars Musica” è addirittura il nono album in studio degli iberici, e pur nella presenza di tutti i consueti trademark ci si offre un po’ meno stracolmo di riferimenti classici, e in qualche passaggio più orientato verso un classico power abbastanza easy listening. Dopo l’intro-titletrack, come al solito pomposa, barocca e ultrasinfonica, “First Lance of Spain” ci presenta tutte le caratteristiche che hanno reso famosa la band spagnola: tastiere come se piovesse, un refrain al bacio, la voce piena e pulita di Alfred Romero, e quella tendenza a inserire qui e lì stacchi orchestrali che vogliono essere la nuova musica classica. “It is my Way” riecheggia assurdamente il classico “I love you Baby” e qualcosa di “Heroes” di David Bowie, per un risultato comunque riuscito e trionfante. “Together as ever” ha un altro ritornello operistico da applausi, mentre “The City of Peace” alterna qualche spunto progressive a suoni sintetizzati di strumenti a fiato. Stranamente il brano più debole è la ballad “Gara and Jonay”, mentre “Living in a Nightmare” (presente anche come bonustrack in versione orchestrale) raggiunge punte barocche, nella musica e nel cantato, che a qualcuno faranno storcere sicuramente il naso (non a me, sia chiaro!). “El ultimo Rey” (dedicata, per quello che posso capire, all’ultimo sovrano arabo di Granada) fonde mirabilmente influenze spagnole e mediorientali; a posto il singolo “On the Road Again” (presente anche come bonustrack in acustico), mentre la maggior parte dei passaggi classici e simil-classici sono confinati nello strumentale “Spanish Suite (Asturias)”. Non ritengo “Ars Musica” la prova migliore dei Dark Moor, e a parte l’album autotitolato credo che anche il precedente “Ancestral Romance” gli sia una spanna superiore: ciò non toglie che ci troviamo comunque di fronte a un platter che la maggior parte delle band di oggi sogna soltanto di poter realizzare. Già da qualche tempo, gli spagnoli hanno raggiunto uno status di infallibilità: si tratta soltanto di vedere quanto riescano ad andare in alto. La produzione è come di consueto italiana, ad opera di Luigi Stefanini.

(Renato de Filippis) Voto: 8/10