(Infektion Records) Pedro Remiz è colui che muove i fili di questo progetto, il quale è diventato da poco tempo una one man band. Remiz ha sviluppato un proprio concetto artistico, definito gli Eredi di Sophia, il che si propone di affrontare attraverso tutti i tipi di arte alcuni pregiudizi culturali che influenzano le relazioni umane e sociali. Dalle informative della Infektion si legge che questa è una gnostic/progressive band, ma chi scrive ha potuto affrontare solo la musica, vista la mancanza di testi. Il portoghese Remiz costruisce una serie di pezzi dove lui si esibisce vocalmente in screaming e di base c’è un substrato di elettronica, suoni, synth, sui quali ci costruisce una serie di riff black metal o al massimo death metal. La distorsione usata è stridente, scheletrica, e le chitarre si ipnotizzano nell’eseguire alcuni giri, mentre le tastiere sviluppano scenari. Ma al tutto manca qualcosa e non risolleva le sorti la trovata di “Dulcifer Tragoedia”, il brano più progressive, nel senso classico, e nonostante la batteria elettronica usata nell’album. “Eros” propone chitarre che srotolano riff heavy/thrash, la distorsione è cupa e corposa e si aggiunge anche un inserto di voce femminile che impenna l’insieme. Non male anche la seguente “Thanatos”, con la sua prima parte tastieristica, dai toni epici e spaziali e la seconda frazione che fonde con passione il black metal ipnotico, la voce femminile e i synth. Di interesse anche “Ego”, posta in precedenza dell’outro “D’eus”. Darkside Of Innocence è una fusione di idee, un insieme di cose che definiscono un gothic che si espande in più direzioni. Un collage che a momenti è in grado di prendere forma, mentre in altri sembra sinceramente un’accozzaglia.

(Alberto Vitale) Voto: 5,5/10