(Peaceville Records) Dal 2019 a oggi i Darkthrone hanno pubblicato quattro album. Per due musicisti che si limitano all’andare in studio e non in tour è un ritmo comprensibile. Il precedente album di due anni fa “Astral Fortress” non ha brillato, QUI recensito, a differenza del predecessore, “Eternal Hails……”, QUI recensito, il quale ha posto un piacevole compromesso tra la vecchia anima black metal e quella nuova, degli ultimi quindici anni che tra svolte di stile e convinzioni personali, ha quasi reso Nocturno Culto e Fenriz una parodia. “It Beckons Us All…….” è stato registrato con chitarra e batteria insieme all’opera e con sovranincisione della seconda chitarra e basso successivamente. Le parti di basso se le sono divise in due come anche il cantato. Un modo di lavorare coerentemente black metal, contrariamente alla musica proposta. “It Beckons Us All…….” vede ossature di stile heavy metal con tipiche cadenze dimesse e doom udite nella discografia del duo originario di Kolbotn, nonché un minimo di sperimentazione e divagazioni personali. Sette pezzi e quattro scritti da Nocturno Culto e tre da Fenriz. L’album si avvicina a logiche di forma presentate in “Eternal Hails……”, come le sequenze articolate ma ora meno fluide, con divagazioni neo-psichedeliche ed heavy metal udite già in “Lost Arcane City of Uppakra”. Il tutto con un sound scarno non esente, come già in passato, da momenti senza una vera direzione. Il punto debole nell’ascolto di “It Beckons Us All…….” si manifesta a tratti per una sua prevedibilità generale: inizierà un pezzo con questo riff sussultante, arzillo, a tratti anche pomposo e poderoso, poi arriverà una sua sezione lenta, cadenzata, doom nella sostanza e la successiva ripartenza con chitarre in armonizzazione o polifoniche, per una uscita definitiva da questa sequela di riff e ritmi apparentati. L’avere scelto come primo singolo apripista “Black Dawn Affiliation”, è stata forse dettata dalla speditezza e fruibilità del brano, quanto il suo riff divorante e retaggio black metal di altre ere. Dettagli consolidati nella prima parte dell’album anche se a velocità diverse. In questa sezione di “It Beckons Us All…….” il riff è la materia prima del tutto e si avverte il tipico clima Darkthrone, diverso dal passato solo per le distorsioni.  C’è perplessità per la seconda parte, dove i pezzi incasellano momenti degni di nota che catturano l’attenzione ma non per tutta la loro durata, perché si ha la sensazione che poi si improvvisa, come se la direzione fosse a loro ignota. Si assiste dunque a un passo marcato, doom, solenne, granitico come nei fasti passati. I Darktrhone dovrebbero scrollarsi di dosso un po’ di cliché e abitudini, in particolare Fenriz, sia come autore che come batterista. Entrambi potrebbero finfine dirigersi verso quelle soluzioni psichedeliche e addirittura noise, timidamente esposte di recente. A Nocturno Culto e Fenriz non occorre coraggio, perché da tempo hanno dimostrato di averlo, semmai di essere meno scanzonati.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10