copdarktribe2(Scarlet) Avvolto da una copertina che, a un primo sguardo, fa pensare al Gollum di “Lord of the Rings”, arriva il secondo album dei francesi Darktribe, che passano dalla Massacre alla nostrana Scarlet. “Mysticeti Victoria” (QUI recensito) mi aveva convinto molto, e il successore è bello quanto chi l’ha preceduto. Vediamo allora le canzoni più significative di “The modern Age”. “Red House of Sorrow” ci riporta dove ci aveva lasciato “Mysticeti Victoria”: un power/prog con refrain ultramelodici, una specie di incrocio fra i Kamelot e i Power Quest, che offre in giuste proporzioni grazia e potenza. Ancora più squillante e positiva “My last Odyssey”, con un ritornello che non si dimentica; cori pieni e un afflato più progressive in “A last Will”, comunque guidata quasi sempre dalle keys. Il tasso di melodia di “No Train to Earth” è quasi quello dei Freedom Call (il che per me è sempre un bene), anche se la struttura del brano ricorda ancora una volta di più i Power Quest, che mi sembrano essere il referente principale dei transalpini. Con “Rainwar” i nostri danno sfogo alla loro anima prog; come spesso accade in questo tipo di dischi, l’ultimo brano è il più serrato e drammatico, e “Darkside of Imagination” non delude le attese, sfoderando un mood a tratti epico e un incedere incalzante e quasi ansiogeno. Chiamatelo happy power, se volte: non credo che i Daktribe, che tutto fanno tranne musica ingenua, si offenderanno per questo.

(René Urkus) Voto: 7,5/10