copdarkupside(Autoproduzione) Ai genovesi DarkUpside le definizioni stanno certamente strette: il loro esordio non è progressive, e non è ‘alternative metal’ (se esiste e come diavolo vogliate chiamarlo), ma un riuscito compromesso fra tendenze moderniste, il prog metal, i Rush (grande amore della band, come dichiarato nelle note promozionali) e qualcosa del post metal inglese di cinque o sei anni fa. Un impasto dunque decisamente interessante, e infatti “A Taste of Unknown” tiene bene, salvo piccole e trascurabili cadute di tono. “Unbereable Noise” ha una prima parte quasi minimale, nella quale spiccano le chitarre molto dure, ma il ritornello si apre alla melodia e il finale anche all’elettronica. La successiva “Peace of Mind” ricorda effettivamente qualcosa dei Foo Fighters, citati dalla band fra le proprie influenze, mentre “Into the Tunnel”, almeno per gran parte del proprio sviluppo, sfodera gli artigli e mostra una aggressività involuta molto più metal che rock. “Shapes” è un progressive purissimo, da Dream Theater più cupi; “Memories” ha dei passaggi ancora più serrati, da Symphony X o meglio ancora dai miei amati Adagio di inizio carriera. Mi piace di meno la chiusura del disco, perché “Dawn of a new Day” suona come il brano più canonico della scaletta, ma questo non inficia certo il giudizio generale sull’album. Certo, ai DarkUpside manca ancora un pizzico di esperienza per tenere più compatto l’insieme dei propri brani, che talora sembrano prendere direzioni troppo diverse, ma il materiale c’è tutto e come tale va premiato. Anche per l’originalità della proposta.

(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10