(autoproduzione/Atomic Stuff Prom.) Horror metal svelto e dettato da cadenze hard & heavy, quello del trio di Lodi già autore di altri lavori (QUI disponibili per ascolto). La voce di Pachu è un tantino oscura e le punte più alte della sua vocalità, comunque migliorabile in fatto di interpretazione, lasciano intendere che vi sia una narrazione in atto macchiata da toni neri, d’inquietudine e sano sarcasmo. “Rebirth” nasce attraverso una buona produzione, gli strumenti infatti sono ben bilanciati nei suoni e vestono delle canzoni immediate, ma non prive arrangiamenti piuttosto pensati. L’album sarà anche carico di bastonate date attraverso riff e ritmi svelti incrostati del consueto punk, ma è segnato anche dall’attenzione della band verso il dettaglio. Infatti poi proprio il dettaglio è ciò che rende la band molto heavy oriented in alcuni casi e più rock in altri. Si apprezza “Timmy”, la spiazzante “Tarantula”, non da meno l’andatura alla Motörhead di “Dead & Breakfest”. Le sette canzoni concentrate in meno di mezz’ora, formano della musica fragorosa e a tratti speed, attraverso un insieme diretto, immediatamente fruibile e bene inquadrato in uno stile piuttosto personale.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10