(Arising Empire) Proprio dall’opener “Feel”, la quale contiene una piccola intro, si ha l’impressione di avere a che fare con brani perfetti per gli anime giapponesi. Non da meno altre che seguono nell’ascolto di “Premonitions”. “Revival” segna un passo ben diverso, grazie a una potenza dirompente e un ritmo ben articolato e con fasi in controtempo. Per quanto i synth di sottofondo aiutino pedissequamente a tinteggiare atmosfere fosche e proiettate in atmosfere del futuro, o di natura cyberpunk e fantascientifiche, per un’epica d’altre età della civiltà umana, in ogni brano dei Deadthrone, i ritornelli rigorosamente in clean si presentano sempre con le stesse modalità. “Wide Awake” è orecchiabile, per via di un’apertura eterea, come un canto libero e subito spazzato dall’impeto in growl, parte del canovaccio canoro che si ripete in ogni canzone. Troppo prevedibili i Deadthrone, infatti la stessa “Believe” possiede anch’essa un tasso importante in fatto di fruibilità, nella sua seconda tranche diventa totalmente intuibile nella sua direzione. I Deadthrone non suonano male, sospesi tra metalcore, groove e frammenti di modern hardcore, ma appaiono scontati a causa di canzoni stampate in serie. Due EP ben accolti nella loro Gran Bretagna, ora un debut album con un’etichetta che vuole spaziare in fatto di proposte al mercato e questo per i Deadthrone è un buon inizio, ma pesando la loro musica si notano si porzioni ben fatte, come certi ricami del riffing, di come le sei corde riescono a essere varie nelle partiture, ma le strutture e il loro sviluppo dissipa quanto di buono la band potrebbe realizzare.

(Alberto Vitale) Voto: 6/10