(Sony Music) Per essere degli svedesi questi ragazzi si dimostrano abbastanza nervosi. Sono dei mastini nel sound, il riffing è sempre un macigno che rotola in una palude di groove e su tutto splendono come stelle luminose gli assoli, i quali sono ben realizzati. Tutto però si spiega dando un occhio alla formazione, la quale è in realtà una side-project band che vede Henrik Danhage, chitarrista ed ex Evergrey, Jonas Ekdahl, batterista in tour con in Flames ed ex Evergrey, Fredrik Larsson, bassista degli Hammerfall e Jimmie Strimell, ex voce di Nightrage e Cipher System. I Death Destruction esistono da diversi anni, ma fino ad ora solo pubblicazioni minori, come un demo e un EP live, sono state le uniche loro testimonianze. Inoltre da questo autunno sono in tour come supporto agli Hammerfall, con la conseguente doppia esibizione a sera per Larsson. Cosa suonano? C’è tanto thrash metal nella loro musica, un’evoluzione di Pantera e Soulfly, ma qualcosa li spinge anche verso il death metal; il tutto è un power crossover perché la possenza dei suoni è davvero considerevole. Strimmel si rivela un cantante perfetto, con la sua voce spessa che a volte tende allo scream, ma di fatto è un vortice di brutali frequenze che calza perfettamente al lavoro dei suoi compagni. Il primo impatto con questa release è devastante, ma alla lunga le undici canzoni appaiono statiche o ripetitive: riff cadenzati, qualche blast beat, e l’altalenanza tra downtempo e mid-tempo. Sono dunque i suoni ad essere la vera forza della band e non le canzoni. Ci sono si due o tre eccezioni interessanti ma la musica dei Death Destruction fa di loro la classica band d’apertura, alla quale concedere 30 minuti e dare la giusta carica alla platea in attesa dei big.

(Alberto Vitale) Voto: 6/10