copDeathstars(Nuclear Blast Records) Quarto lavoro per gli svedesi Deathstars, dopo ben cinque anni di silenzio discografico (compilation escluse). La band ora ridimensionata a quattro elementi vede un solo chitarrista (e tastierista), ovvero Emil “Nightmare Industries” Nödtveidt (fratello del defunto Andreas Nödtveidt, colui che creò i Dissection) in seguito alla dipartita di Eric “Cat Casino” Bäckman. Il nuovo disco offre sempre quel profumo oscuro, in precario equilibrio tra un mondo digitale ed un mondo tetro fatto di angoscia e decadenza, ma lo propone con groove, ritmiche possenti e quell’ottima ambientazione costruita dalle tastiere. La voce di Andreas “Whiplasher Bernadotte” Bergh non la trovo particolarmente coinvolgente, ma per il lato industriale della bivalenza industrial/gothic risulta propriamente adatta se non perfetta. Il disco apre con “Explode”, pezzo coinvolgente con un ritornello molto bello. La successiva “Fire Galore”, canzone veramente molto ben costruita, guarda più al lato industrial ma le tastiere costruiscono una ottima scena gotica. Inquietante “All The Devil’s Toys”, incalzante “Ghost Reviver”. La title track è carina, ma non aggiunge molto e rischia di creare una sensazione di monotonia specialmente comparata con il resto del disco, il quale offre vari spunti particolari ma anche un tappeto omogeneo sul quale si basano tutti i pezzi. Risulta bella “Bodies”, con quel particolare orientamento oscuro costruito su ritmiche lente e perversamente liturgiche. Molto Rammsteiniana “Temple Of The Insects”, imponenti le ritmiche di “Track, Crush & Prevail”, pezzo con un uso molto bello ed efficace delle tastiere, altrettanto interessante la conclusiva “Noise Cuts”. I Deathstars sono una ottima band, una di quelle che vien voglia di vedere dal vivo. La loro musica è efficace, molto ben costruita e suonata, considerata anche l’esperienza artistica dei componenti. E’ comunque difficile trovare in questo disco qualcosa che i Rammstein o i nostrani Death SS non abbiano già detto, ma sicuramente è da non perdere se si ama il genere, lo stile, l’impostazione e quel fantastico vagare ai confini tra gotico e industriale.

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10