copdeathwood(OverdubRecordings) Album d’esordio per gli abruzzesi Deathwood, ma non di certo la sola cosa pubblicata fino a oggi. Altre pubblicazioni in passato e una certa quantità di concerti anche fuori dall’Italia, hanno allenato i necessari impulsi della band ad arrivare a “…and If It Were True?” che attraverso i codici del horror-punk rock, racconta storie di vita e leggende abruzzesi e forse degli stessi componenti del gruppo o comunque di realtà a loro conosciute e vicine, attraverso un modo scanzonato e festoso dal punto di vista della musica. Tuttavia i testi sono espressi per mezzo di una chiave prettamente horror, dunque sangue, violenza e via dicendo. La musica scorre piacevolmente, bardata di grandi chitarre fragorose e un ampio uso dei cori ed ecco dunque che l’orrido più che nei suoni o nelle atmosfere alberga prettamente nei testi delle nove canzoni. Il cantato offre quel senso di narrazione, di racconto che si estende lungo l’album e si accosta bene all’immagine di copertina che ricorda l’esterno dello chalet del film “La Casa”. Tutto ciò vede i Deathwood impegnati in una batteria più o meno standard come gli stessi riff, in sostanza “…and If It Were True?” tende a somigliarsi, a ripetersi nel corso delle canzoni. I suoni sono chiari, forti, diretti, passati attraverso le registrazioni e missaggio all’ACME Rec. Studio con Davide Rosati e la masterizzazione di Nick Zampiello (Agnostic Front e altri) svolta negli USA. Lo spirito selvaggio del punk, rivisto in una chiave più o meno moderna e con un buon fondo di rock casinista, usa dunque una forte simbologia e ironia testuale tradotta simpaticamente anche nel gioco da tavolo proposto nel foglio interno dell’album, dove l’Abruzzo compare come un percorso da affrontare con dadi e un buona dose di fortuna per sopravvivere ad ogni intoppo raccontato nei testi.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10