(Hells Headbangers) Doppio album celebrativo per Deceased, tra i prime movers della scena death metal americana e mondiale, che si appresta quest’anno a festeggiare i quarant’anni di carriera con questa raccolta che ripercorre in maniera esaustiva tutta la discografia di una band che, pur non avendo raggiunto le vendite di alcuni colleghi, ha sicuramente contribuito a plasmare il death metal come oggi lo conosciamo, ma allo stesso tempo interpretando il genere in maniera del tutto personale. Se infatti molti illustri colleghi pensavano solo a suonare più violenti e veloci possibile, estremizzando quella che era la lezione del thrash, i Deceased hanno sempre mantenuto un approccio altrettanto feroce, ma senza per questo rinunciare alle strutture più classicamente metal che garantivano inusuali aperture melodiche. Sarebbe un’impresa titanica fare un track by track per una raccolta che contiene ventisei canzoni per un totale di due ore e mezza di musica, tra l’altro per descrivere canzoni già pubblicate in passato che ogni amante del death metal dovrebbe conoscere a menadito; mi limiterò quindi a segnalare un paio di chicche, ossia la presenza di due nuovi brani inediti due riuscitissime cover. Partiamo dai due inediti: “Dusted” e “Cure For The Grieving Widow” mostrano una band in ottima forma, fedele al proprio stile soprattutto per quanto riguarda “Dusted”, caratterizzato da grandi aperture melodiche che si insinuano tra riff serrati e sferzanti, gli stessi che dominano anche “Cure For The Grieving Widow”, molto più estrema e veloce. Le due cover chiamano in causa due mostri sacri come Venom, ai quali viene reso omaggio con una versione molto fedele di “Lady Lust” e Black Sabbath con “Die Young”, anche questa resa il più fedele possibile dal punto di vista strumentale, mentre, essendo impossibile emulare la voce di Dio, King Fowley ha scelto un approccio più ruvido ma affascinante. Una raccolta che passa in rassegna la carriera di una band che, come riportato nella bio, ha visto nascere il death metal, ne ha visto il picco creativo e quello economico, il decadimento e la rinascita del genere. Consiglio vivamente di procurarvi l’intera discografia, ma se non li conoscete e volete farvi un’idea precisa dello stile dei Deceased, “March of the Cadavers – 40 Years of Death Metal From the Grave” può essere in grado di sopperire a questa mancanza.
(Matteo Piotto) Voto: 8/10