
(Century Media) Se ne sono stati in silenzio per qualche anno, ma eccoli tornare più furibondi che mai. La band australiana, anche se con una line-up ormai internazionale, ha deciso di scrivere e registrare questo disco in Portogallo, tanto che il titolo — derivante dalla parola latina che significa ‘solitudine’ — è un termine portoghese e galiziano che descrive uno stato emotivo profondo di malinconico desiderio per qualcuno o qualcosa che non c’è più, ovvero sentimenti, esperienze, luoghi o eventi che evocano un senso di separazione dalla gioia che un tempo procuravano. Tutto questo turbinio di sentimenti esplode con il loro hip-hop/hardcore furibondo, pungente, esplicito e molto poco educato, tanto che brani come “5 Gold Chains” o “Russian Roulette” sono tanto brevi quanto consistenti per quanto riguarda la carica energetica che viene scaricata con violenza contro l’ascoltatore. Oscura “Kill This Shit”, coinvolgente e spudoratamente catchy “Miss Me With That”, poco gentile “Hang the Hangman” (feat. Andrew Neufeld dei Comeback Kid), irrefrenabile “God Damn” e, in chiusura, una rocambolesca “Cold Sweat”, il brano dalla maggiore durata di questo disco che, in mezz’ora, riesce a sputarti in faccia di tutto e di più. Con testi che ora raggiungono anche sfere personali, raccontando storie principalmente degli ultimi cinque anni, i Deez Nuts mostrano una crescita, una marcata maturità, pur continuando a offrire un sound ribelle, potente e decisamente irriverente.
(Luca Zakk) Voto: 7,5/10
 
 



