copdeficiency(Fantaì’Zic) Buone idee e capacità di elaborare un genere, il melodic thrash/death metal, arrivano da una band francese, i Deficiency, che non è parte del grande giro, ma ha tutta l’aria di essere un buon esempio di lavoro e serietà e non da meno passione. La band della Lorena è al secondo album, dopo un primo del 2011, e su un totale di sei anni di attività al di là delle varie esperienze nei concerti realizzati, c’è da rilevare una linea compositiva abbastanza personale e di un certo valore. “The Prodigal Child” per quanto abbia richiami al canonico melodic thrash/death metal, si porta un tantino avanti a questa forma musicale, inserendovi elementi moderni che sono tipici del thrashcore, come ad esempio i breakdown e brevi tirate alla Gojira, e linee melodiche dei ritornelli che a tratti sembrano anche vicine al nu-metal oppure di stampo metalcore. I Deficiency sono agili nel sapere armonizzare tutte le parti che compongono questo discorso musicale variegato. La band francese non si propone con spunti technical thrash, ma il tocco e il dinamismo sono qualcosa che cova nei pezzi dell’album. “The Curse of Hu’s Hands” sono gli ultimi 8’ di questo lavoro e racchiudono tutte le ambizioni creative dei Loreni, ma altri pezzi degni di nota fanno registrare anche loro un minutaggio elevato, cioè sui 7’, gli oltre sei e  solo l’accoppiata di testa, cioè “The Prodigal Child” e “Unfinished” superano di poco i 5’ e rappresentano i pezzi più corti, ma allo stesso i meno incisivi ed esteticamente raffinati di questa ora di musica totale. Da segnalare che “The Prodigal Child” è una sorta di concept che affronta le origini e il destino della razza umana, scrutati con un songwriting elaborato e piuttosto prolisso, eppure i ripetuti ascolti non fanno che accrescere la consapevolezza e le sfumature dell’album.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10