copdegenrhate(Autoproduzione) Questa band fa spavento! Sono un gruppo di individui così estremi, irruenti, fracassoni e imprevedibili che ti mettono sottosopra. Per forza, sono dei grinders. Dei veri grinders. Gianluca Lucarini qualche anno fa voleva riprendere un discorso musicale vicino alle sue preferenze, alle sue idee più radicate e dunque chiama Max Varani alla voce (Enthralment, Corpsegod, Corpse Fucking Art), Fabio Fraschini al basso (Desecration, D-Form, Enthralment, Novembre) e un batterista che resse solo nell’esordio, “The End Has Just Begun”, un mini pubblicato con la EBM Records. La formazione ha trovato poi il suo equilibrio definitivo con Angelo Vernati, seconda chitarra e un nuovo batterista, a lungo cercato e finendo per reclutare chi probabilmente potesse reggere il ritmo e la violenza che gira nel songwriting dei Degenerhate, ovvero Francesco Struglia(ex FleshgodApocalypse). L’album “Chronicles of the Apocalypse” rappresenta la definitiva forma del grindcore migliore che questa formazione possa suonare. La giusta e modulata violenza scuote l’ascoltatore fin dentro i neuroni. Battono colpi e sferragliano intrichi sonori ineccepibili. Varani è un mostro che si arma di microfono e a quel punto non c’è niente per nessuno. Spacciati, finiti. Niente si salva. Un grindcore si dinamico, ma anche ottuso ed estremo, come è giusto che sia, ma i risvolti brutal death metal, crust e le tipiche distruzioni alla Napalm Death, o alla Bolt Thrower (ascoltate “New World Disorder”)  creano strutture che riescono a non essere ingabbiate in violente tirate fine a se stesse. Prova ne è anche le buone melodie e trame delle chitarre che spesso fanno da contrappunto ad un riff solido, squadrato e doppiato dalla batteria. Per non parlare di alcuni fraseggi e assoli che ricamano magnificamente la serie di cazzotti che la band riesce a mettere a segno. Tra l’altro l’album è registrato a Roma, ma è stato masterizzato da Sua Maestà Scott Hull (Anal Cunt, Pig Destroyer e altri) ai Visceral Sound Studio di Bethesda, nel Maryland, U.S.A.. Il risultato è che la resa sonora è ottima (diamo anche merito a quanto fatto prima di Hull, cioè le registrazioni al Playrec Studio di Roma, con Fabio Fraschini e il fonico Luigi Colasanti Antonelli), non di certo laccata, ma offre la piena percezione della potenza e delle strutture di questi diciannove assalti. Ascoltare “Chronicles of the Apocalypse” è un po’ come mettersi su una barca poco stabile e affrontare una tempesta. Forze immani si sprigionano e vi capovolgono lasciandovi annegare. Le bestie che popolano quelle acque vi dilanieranno e di voi non resterà nulla. Siete spacciati!

(Alberto Vitale) Voto: 8/10