(Chaos Records) Sono di Portland dello stato dell’Oregon negli USA i chitarristi Gangrene e Stillbirth e il batterista Hammer Pulse, cioè coloro che hanno messo in piedi questa cosa abominevole dal nome Dehiscence. Suonano qualcosa che è una collisione tra death metal e grindcore. Roba brutale, sanguinante, pastosa che determina pezzi tra brutal detah metal e il goregrind che non cala mai d’intensità. “Colony” esibisce solo otto pezzi dei quali 2’21” rappresenta la durata più estesa degli otto, mentre 1’29” è quella più breve. Oltre 16’ totali per esordire nel mondo del metal in maniera dirompente, spietata e ottusamente estrema. La produzione è più che dignitosa, infatti le chitarre di Gangrene e Stillbirth, sono un impasto sonoro ribollente rinforzato da un basso, suonato proprio da Stillbirth che è anche voce mentre Gangrene è alla chitarra solista, ammesso che si possa menzionare la parola assoli perché suonano come dei lancinanti feedback. Questo muro del suono viene sospinto dalla propulsione ritmica sempre esacerbata, voluminosa e al contempo tellurica di Hammer Pulse che non sta mai fermo e inietta rullate a profusione rendendo il tutto ancora più catramoso, il suono, quanto brutale, la musica. “Begging” offre qualche influsso crust ma è roba breve perché nel suonare dei tre non c’è molto spazio per serie sonore illimitate o usate a ripetizione. Sono solo 16’16’’ ed è un esordio fulminante.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10