(Selfmadegod) Tecnica e death metal quando sono messi insieme rappresentano un’arma di sterminio. È qualcosa che con matematica e allucinante efficienza devasta e distrugge ogni cosa. I Deivos sono al quinto album, arrivandoci attraverso una parabola di crescita esponenziale. “Endemic Divine” presenta un lavoro ritmico e delle sei corde che viaggiano spedite e insieme. Si specchiano comportandosi per tanto allo stesso modo, oppure le chitarre macinano morte e la batteria è un efficace, meticoloso e indomabile uragano. Impressionante proprio il continuo battere di Krzysiek: un metronomo impegnato in un’azione ottimamente congegnata e priva di sbavature. Il continuo variare dei pezzi vede strutture che accelerano e diventano più marcate e furiose, oppure scalano a sequenze di sangue dove chitarre e ritmi si dissociano dal marciare all’unisono. Growl di tipo arso alla voce, mentre Tomek e Diego con le sei corde si lanciano in pochi ma efficaci assoli. Le trame intricate quasi come i Suffocation, si distendono per poco più di mezz’ora in quella che è una infernale e cinica arte.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10