(Agonia Records) Non siamo in presenza di un nome blasonato del black metal norvegese e la stessa Agonia Records ne fornisce una cartella per la stampa dettagliata ed esaustiva perché in fin dei conti Den Saakaldte ha vissuto un insieme di connessioni affatto trascurabili. Sykelig, chitarrista, si sposta dalla Grecia e sbarca in Norvegia. Avvia il proprio progetto musicale che devolve alla causa del black metal e in esso vi confluiranno nel tempo Kvarforth degli Shining, S. Winter che è un ex-Gehenna, Seidemann dei 1349 e Øyvind Hægeland di Manitou, Scariot, Arcturus, Mayhem e altri. Quattro album in poco meno di due decenni affiancati da diversi split, sono il totale discografico di Sykelig e soci. “Pesten Som Tar Over” avvicina molto la band a cose degli Shining, cioè il black metal con forte tensione melodica e avviato verso territori tra atmosfere cupe e ampiamente melodiche, con riff ruvidi e messi in primo piano. Si ascolti ad esempio “Dødstrett Av Alt”. Il comporre dei Den Saakaldte prevede pezzi dall’ampio minutaggio, sono infatti sette in totale e per poco più di un’ora di durata totale dell’album. Il percorrere l’ora di durata prevede momenti in mid e low tempo, tra scariche di blast beat tuonanti e ancora percorse da trame delle chitarre che emettono melodie fredde, tormentate e funeste. L’impatto è decisamente buono, le strutture dei pezzi hanno molto da esprimere e forse proprio il dilatarsi degli stessi è l’unica vera pecca, una riduzione del minutaggio generale avrebbe reso “Pesten Som Tar Over” immediato e scorrevole. Ciò non toglie qualità e una soddisfacente destinazione, l’appartenenza al black metal norvegese della seconda ondata, da parte di “Pesten Som Tar Over”.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10