(Season of Mist) Dopo una dozzina di anni di attività i bavaresi pubblicano il proprio quinto album in studio. “Noktvrn” segue “Finisterre” del 2017, nonché un live album del 2020 e un altro live con solo un paio di pezzi e pubblicato in digitale per rompere la monotonia quanto l’improduttività forzata creatasi in quell’anno tanto nefasto per il mondo intero. La band tedesca si incammina verso territori forse più liberi rispetto al passato. Pur tenendosi legata ai canovacci del black metal, il taglio atmospheric sembra dilatarsi notevolmente in “Noktvrn”. L’elemento dark insito in certe composizioni è ancora percepibile ma nella sostanza i Der Weg Einer Freiheit appaiono più in là dei dei propri cliché. L’avant-garde è ridisegnato rispetto al passato, con la band che ha dichiarato di avere sentito le influenze della musica classica, come per esempio i “Notturni” di Frédéric Chopin. Eppure “Noktvrn” non appare necessariamente un prefabbricato di elementi di musica classica e dunque questo discorso forse andrebbe preso con le pinze. Semmai è l’aspetto atmopsheric che a volte domina con melodie stiracchiate, in altre invece sono tese a evolversi, ampliarsi ed esplodere in un climax finale che è un vero turbinio di emozioni. Le sette composizioni, tutte con un sensibile minutaggio, si fanno avanti con un’espansione, un dilungarsi che alla lunga appare naturale. Se “Monument” è un canonico black metal, come anche “Am Rande der Dunkelheit” che invece è un pezzo molto più aspro, “Immortal” vede una elaborazione nettamente sperimentale e a suo modo dark rock e la partecipazione di Dávid György Makó di The Devil’s Trade. Anche “Morgen” è annoverabile in un canovaccio black metal, ma il suo sviluppo è fatto per parti che sembrano allacciate tra di loro le quali offrono spunti liberi. “Gegen das Licht” rievoca qualcosa degli Emperor nel suo nucleo centrale di puro black metal, però il contorno, il resto, il guscio, è qualcosa di ben diverso e decisamente tra prog e avant-garde. La conclusiva “Haven” è struggente, delicata a suo modo, con un tocco d’atmosfera soleggiato e malinconico insieme. Un brano forse shoegaze nella sua reale sostanza. A proposito dei pezzi, ormai tutti elencati, “Noktvrn” è aperto dall’acustica “Finisterre II” di neanche due minuti che servono a prendere per mano l’ascoltatore e immergerlo con cautela e da principio nel mood cupo e ombroso dell’album.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10