copdesolator(Hellthrasher Distributon) I casi di omonimia nel metal sono molto comuni, specialmente in ambito estremo, è meglio quindi essere chiari fin da subito: quelli in questione sono la band svedese, artefice di un death metal truculento e malato nel più puro stile scandinavo primi anni novanta. Quasi in automatico si pensa dunque a gruppi come Grave, Entombed e Dismember, giusto da citarne alcuni, anche se si strizza l’occhio alla scuola americana, che trova i suoi maggiori ispiratori negli Hate Eternal e nei Cannibal Corpse. Il sound generale del disco sa decisamente di underground; una produzione pastosa e strasatura di bassi e con un rullante secchissimo, dove le accordature ribassate certo non aiutano se siete amanti delle produzioni iper-cristalline, se invece siete amanti delle sonorità di nicchia questo disco fa decisamente al caso vostro. Il songwrinting è molto dinamico, si lascia molto spazio agli accordi aperti sotto i quali la batteria viaggia serrata in quattro quarti thrash metal (il classico tuppatuppa per intenderci); particolarmente maligni sono poi gli stacchi cadenzati e lenti tipicamente doom ormai divenuti una componente fondamentale del genere. Le parti soliste sono dichiaratamente ispirate dagli Slayer, veloci lineari sulle quali si scagliano cascate di scale cromatiche senza fine. In queste canzoni comunque ci sono spunti compositivi davvero interessanti, il livello tecnico inoltre è veramente alto: nonostante le parti siano molto serrate ed i cambi siano quasi disorientanti la precisione non manca ed il groove ed il tiro sprigionato sono come vere e proprie mazzate per le nostre orecchie. Il death metal underground è un genere che o lo si odia o lo si ama; se come me siete nella seconda fila di ascoltatori i Desolator sono decisamente da seguire.

(Amichele Alluigi) Voto: 8/10