(Comatose Music) Nessun passo avanti per i Devangelic, ma neppure un mezzo passo indietro. “Phlegethon”, secondo album dei laziali che incidono per la marcescente e sanguinosa Comatose di Steve Green (Atrocious Abnormality e Lust O Decay), rappresenta la conferma che i quattro individui di Roma sono dei brutali assassini. Con l’innesto di Marco Coghe alla batteria, la macelleria Devangelic apre a un death metal come al solito dal suono pieno, fragoroso, creato da un riffing che lo si potrebbe equiparare a una trivella, il cui motore saetta ritmi allucinanti. Affatto facile descrivere il brutal death metal dei Devangelic, un mezzo buono a mostrare un anticristianesimo esemplare e un tasso di blasfemia allarmante. I pezzi hanno un’andatura serrata. Un martellamento continuo, un’esacerbazione del riffing indescrivibile, comunque in sintonia con quanto il buon “Resurrection Denied” aveva espresso (QUI recensito e QUI ascoltabile, mentre il nuovo album lo è QUI). Si riconosce alla band una produzione molto più netta rispetto alla precedente, almeno per il fatto che i suoni, pur se un tantino oscuri, risultano comunque più omogenei. La musica dei Devangelic è una frana di cose che si trova a metà tra Suffocation e Cannibal Corpse, per come le variazioni riescono a essere continue e pur tuttavia ancora estremamente assassine.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10