copdevildrone(Cave Canum DIY) Potrebbe essere piuttosto evidente come certe band percorrano le linee strutturali dei pezzi di questo album. Sicuramente sono tutte influenze accumulate nella testa de musicisti che formano i Devil Drone e che li hanno educati a un sound robusto e potente, per nulla manchevole di spunti melodici di un certo interesse. Non siamo di fronte al canonico ‘già sentito’, certamente però i Devil Drone familiarizzano con un thrash fatto di spunti hardcore, atteggiamenti stile groove metal e vaghe tendenze verso un death metal inteso però come deriva del thrash stesso. Machine Head, Pantera, Crowbar, Slayer, un certo crossover che si dipana in alcune canzoni, vedi “Wreck”, ma il tutto ha l’aspetto di un ciclone. I colpi migliori li assestano le chitarre Fabrizio Guerrini: pilotano i pezzi, danno la direzione, decidono le ripartenze e i momenti più marcati. Ovviamente basso e batteria, di Fioravanti e Farmeschi, pestano a seguire con estrema precisione, con le bacchette del secondo che arrangiano alquanto bene i pezzi. La voce imponente è quella di Luca Belial Mazzolai, tanto imponente da essere sempre a proprio agio in ogni tipo di andatura delle canzoni e per ogni stile affrontato dagli altri tre della band. Sia esso crossover, thrash o hardcore, il cantante mostra personalità. Le canzoni hanno un minutaggio contenuto, la band infatti arriva a poco più di mezz’ora di musica e questa ‘essenzialità’ nei tempi, insieme a qualche buona canzone, permettono a “Erebo” di impiantarsi nella testa dell’ascoltatore. Gioca in questo senso anche una produzione quasi cristallina, un aspetto non da poco. Rendetevene pure conto voi stessi QUI.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10