copdgm(Scarlet/Audioglobe) Scoprire che i DGM danno alle stampe un nuovo album è sempre un piacere: l’ultima pubblicazione è stata il dvd live “Synthesis”, ed erano circa tre anni che non si sentivano notizie della band romana, una delle ultime istituzioni power del nostro Paese. “Momentum”, l’ottavo disco in studio, ce li mostra sempre sospesi fra aggressività e melodia, con un impianto sonoro un minimo (ma davvero un minimo) ammodernato per le nuove leve, ma senza che il trademark della formazione ne venga intaccato. L’iniziale “Reason” vede la partecipazione vocale, come sempre grintosa e impeccabile, di Russell Allen, e il sound si fa pure, in qualche punto, molto vicino a quello dei Symphony X. L’ottima produzione esalta le trame complesse ma sempre iper-melodiche di “Trust”, mentre “Universe” è la classica speed song da bere tutta d’un fiato. “Pages” nasconde un’anima profondamente progressive, con bei duelli fra le chitarre (uguale classe la troviamo nella serrata “Overload”), mentre “Repay” è la consueta power ballad in crescendo, devo dire uno dei pezzi che mi ha convinto di meno proprio per la sua struttura abbastanza canonica. Velocità quasi folli in “Chaos”, alla quale partecipa Viggo Lofstad dei Pagan’s Mind; il piano è fondamentale per la buona riuscita di “Void”, un altro pezzo dove i vari strumenti si inseguono in solos veramente indovinati. Praticamente ogni pezzo è un centro: ugualmente distanti dalle sinfonie fantasy come dalle durezze alla Rage, i DGM vanno direttamente al cuore dei cultori del power metal più raffinato, spesso e volentieri ai confini con il prog. Metto certamente la band romana, con le ovvie differenze d’impostazione, alla pari con i Vision Divine: e scusate se è poco.

(Renato de Filippis) Voto: 8/10