(Nuclear Blast Records) I Cavalieri dell’Apocalisse (traduzione del nome della band) ritornano con “Der Rote Reiter” (‘il cavaliere rosso’). Un lavoro intriso di potenza ed epica e la canzone “The Great Experience of Ecstasy” ne è la prova. Il brano martella, ha cori, magniloquenza, quasi ricorda i Therion. L’opener “Wir Sind Zurück” è cavalcante, spigliata e proprio quanto lo sarebbe il prodotto di una melodic metal band svedese, ma con cantato in tedesco. “Der Rote Reiter” è fatto di un metal lanciato, come una locomotiva in corsa. La sezione ritmica sostiene con doppiacassa molto triggerata e colpi solidi ben studiati. Il ritmo è decisamente in evidenza. Il riffing smalta le canzoni con enfasi, alternandosi tra un metalcore tonico, robusto e cadenze di natura melodic. “Der Rote Reiter” si fonda su questo. “Auf und Nieder” è una bella canzone, coinvolgente, decisamente insolita per la sua natura viking-folk. L’improvvisata in un album dei DAR trova sempre un buon motivo per esserci. Piace molto “Die Freiheit Ist Eine Pflicht” che sembra Sepultura che incontra Danzig, ma ecco, dove si trova la vera anima dei Cavalieri dell’Apocalisse? L’essere istrionici e a loro modo personali? L’alternanza in fatto di stile è da sempre un punto di forza dei tedeschi, eppure “Der Rote Reiter” presenta una varietà meno sostanziosa rispetto al passato. Il metalcore, i chitarroni dal riff essenziale, gli accordi aperti, sono reiterati. C’entra quanto hanno fatto alla consolle Eike Freese (Deep Purple, Gamma Ray e altri) e Alexander Dietz (Heaven Shall Burn)? “Der Rote Reiter” vede i Die Apokalyptischen Reiter allontanarsi, in parte, da se stessi e contemporaneamente vicini a circa un’ora di musica. Magari la band avesse tagliato qualcosa. L’album è chiuso dalla passionale e poetica “Ich Werd Bleiben”, da inserire nel novero delle canzoni di una certa qualità di “Der Rote Reiter”, come anche “Folgt Uns” e il punk di “Franz Weiss”. Il resto forse è di troppo.

(Alberto Vitale) voto: 7/10