(logic(il)logic) Romantici, caldi, avvolgenti. È la definizione per questa band, questi brani, questi suoni. La voce di Federico, come velluto, scorre, scivola, accarezza e fa provare sensazioni. Un talento vocale notevole, alla pari di Ville Valo (al quale è molto simile) e Chris Isaak. Un album dal titolo stupendo, filosofico, umano e reale che introduce a undici pezzi di un rock potente, orecchiabile, ispirato al gothic, votato a sonorità heavy. Gli strumenti musicali creano un cerchio sonoro completo, dentro al quale l’ascoltatore si può abbandonare, lasciare andare, aprire, morire e rinascere. Dai suoni più dolci della stupenda “Promise In Words”, all’aggressività metal di “Kill Vanity”. Dalle sensazioni nostalgiche e vagamente southern di “Deadline” alle lacrime di “The Flag”. “Curtain Fall” è trascinante e irresistibile. “Something Wrong” struggente. Inquietante “A Chance To The Night”. La gamma di sensazioni è vasta. Ed il cantante, nonostante una imprecisa pronuncia inglese, riesce sempre a trasmettere emozioni in modo diretto e coinvolgente. Un album che piacerà a molte persone, anche a coloro che sono lontani dal mondo heavy metal. Esattamente come gli HIM, questi DieVanity riescono ad incantare ed attrarre a se un potenziale vasto pubblico. Ma a differenza degli HIM, questi Italiani sono al primo full length, e, per nostra fortuna, hanno ancora molto da dire.

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10