(Hummus Records) Con tutta la buona volontà che potrete metterci nel non citare i Led Zeppelin in questa recensione, in realtà dovrete arrendervi. Impossibile infatti non citare il gruppo inglese tra le maggiori influenze di questi ragazzoni. Immaginatevi pure una sessione di prova del dirigibile di piombo giusto prima delle registrazioni di un album, dove un po’ ci si scalda cazzeggiando con gli strumenti… ecco, avrete così una vaga idea di come suonano i Dirty Sound Magnet, solo che il cantante, evidentemente, deve essere stato un elfo dei boschi con il vizio della canna in una vita precedente, data la voce beffarda e irriverente. Il bassista si scatena assieme ad una batteria sempre sopra le righe; mettiamoci poi un chitarrista in evidente stato d’ispirazione… Insomma, sembra di essere dentro una jam session, più che ad un album vero e proprio, ma la sensazione appena descritta è davvero piacevole ed il risultato finale è una manciata di tracce settantiane sino al midollo, con un groove spaventoso a livello ritmico di basso e batteria, a ricordare i migliori Black Crowes. Un bel lavoro, complimenti davvero…

(Enrico MEDOACUS) Voto: 8,5/10