copdischarge16a(Westworld Rec.) Album interessante “Massacre Divine”. Ruvido, non rozzo, ma in una certa misura spietato quasi come i capolavori “Why”, “Hear Nothing See Nothing Say Nothing” e alcuni EP. I Discharge dovevano riabilitare la propria immagine dopo il ‘discusso’ “Grave New World”, inattesa scampagnata nelle lande dell’heavy-glam. C’era una reputazione da difendere, ma anche una line up in mutamento e così solo dopo cinque anni, nel 1991, la reazione alle ostilità di stampa e pubblico arriva con un album che detta modalità crossover. Coloro che per alcuni hanno dato l’impulso vitale al grindcore e allo speed metal, si esibiscono in un qualcosa che è heavy-r’n’r-speed-power: appunto crossover. Sound robusto, solite distorsioni roboanti e toniche, base ritmica d’assalto e concettuale. Gli anni ’90 non sono i ’70 e neppure gli ’80, il mondo era cambiato ma viveva sempre con le stesse porcherie e loro, consapevoli di ciò, eccoli pronti a saltare alla gola di tutto e tutti con “Massacre Divine”. Meno velocità, sempre la solita rabbiosa distorsione, il solito impeto, ma anche qualche gioco di chitarra più elaborato e meno istintivo. Kevin “Cal” John Morris è rabbioso, ma al contempo su linee vocali che imitano Brian Johnson, Garry Moloney pesta con le bacchette in maniera anfetaminica ma ben congegnata; loro due sono ancora lì, ma al basso non c’è più Roy Wainright, anche per questo il momentaneo Anthony Morgan spiega un’andatura ben diversa dai soliti stilemi del sound Discharge, fino a spingere in andature neo-funky come quella di “F.E.D (F2 Mix)”. La chitarra è di Andrew Green sarà una figura di passaggio, ma ben contornerà questa direzione crossover e che per alcuni tratti anticiperebbe certe cosette del post metal. “Massacre Divine” ha un suo perché, un suo essere che non verrà mai pesato in riferimento a un “Why”, ma di esserne un contrappeso di quella rivoluzionaria e rivoltante forza d’animo e musicale che i Discharge in fin dei conti hanno sempre mostrato, sicuramente si. Dunque ristampa per un album inciso da coloro che tracciarono un solco, spodestarono le anime e le menti di tanti, sovvertirono tutto e tutti in modo diretto. Erano i Crass nella versione priva di ironia, acume e teatralità. I Discharge dissero le cose in faccia alla gente e con un sound che definirlo dirompente è davvero poco.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10