(Avantgarde Music) Al secondo capitolo, i canadesi Dismal Aura scatenano il loro black metal basandosi sull’opera “Necropolitica” di Achille Mbembe, portando ancora una volta questo genere musicale su argomenti di stampo socio politici ed ambientali, in pieno contrasto con le tipiche tendenze del genere. La base è un black metal diretto, grintoso, cattivo, con alcune ricercatezze negli arrangiamenti e nelle progressioni, però quei dettagli di tastiera riescono a cambiare tutto lo scenario in maniera travolgente. La bellissima “One Path, Many Voices” conferma questa tendenza, mentre “Essence of Petrichor” annega con genialità una chitarra classica dentro un incedere grintoso e palesemente heavy. La opener “Blood Quantum” lascia sfogare tutta la rabbia senza particolari esplorazioni stilistiche, mentre brani quali “And Their Blood Shall Be Upon Them” vantano quel tocco old-school al quale è impossibile resistere. Bella la decadenza di “Weaponizing Human Suffering”, un progredire teatrale fa capolino su “The Orphan Source”, prima della conclusiva e diretta “Beyond Necropolitics”. Otto ottimi brani che cercano di fare luce sul rapporto tra persone e istituzioni, sull’essenza negativa di ogni forma di potere la quale trasforma ogni individuo in oggetto con un valore materiale. Un black metal con argomenti molto diversi da quelli ovvi e prevedibili, un black metal nel sound che vuole però evolversi diventato ribelle e punky nei suoi contenuti.

(Luca Zakk) Voto: 8/10