copdistruzione(Jolly Roger) Il primo approccio ai Distruzione fu all’epoca di “Olocausto Celebrale”. Un mio vicino andò per qualche giorno da suo fratello a Bergamo e ritornò con questo vinile dalla copertina d’impatto e comunque molto bella. Lo ascoltavamo in continuazione quell’EP. Poi il legame con i Distruzione proseguì con il debut album “Endogena”, il confermò le buone premesse del precedente EP. Purtroppo gli anni 2000 hanno segnato per me un distacco dalla band. “Pianeta Dissolvenza” credo di averlo approcciato solo con l’ascolto di una paio di canzoni e “Malicidium” mi è ignoto. Poi i Distruzione staccano la spina nel 2005, passano gli anni e si arriva al 2011, quando David Roncai, storico vocalist, Massimiliano Falleri e Dimitri Corradini, chitarra e basso, altri due pilastri, rimettono in moto i Distruzione, insieme a Gianluca De Lillo, altra chitarra, e Davide Colombo, batteria. Ci speravo e francamente ‘lo sapevo’ che i Distruzione avrebbero messo in questo album quella tipica irruenza controllata che la band ha sempre saputo suonare. Il metal estremo dei Distruzione si fonda sul death e il thrash metal, per un sound sempre fresco, ben definito, pulito e dal giusto impatto. Le chitarre distorte con estro, madri di riff che mutano forma nel corso delle canzoni, passando da fasi dure, ermetiche, ad altre veloci e cattive. Un sound espresso con momenti tipicamente death e altri che scalano su un thrash metal articolato e possente, anche con un esile groove che ricopre il tutto. Roncai è al microfono a urlare come sempre in italiano. “Distruzione” è il coronamento di venticinque anni di carriera e i sei anni di pausa e qualche avvicendamento nella formazione, non hanno scalfito la qualità della band.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10