(NoEvDia) Secondo feroce attacco per questa one man band francese, la quale se l’è presa comoda, considerato che “La Croix de Sang” è un parto durato ben un decennio e che il precedente album di debutto è datato 2015… quasi tre lustri fa, con ultimo segno di vita al 2009, anno di pubblicazione dell’ultimo EP. Tuttavia non siamo certamente davanti ad un’opera marginale o dal carattere hobbistico, visto che questi tre quarti d’ora non sono affatto banali ed offrono un black metal dalle caratteristiche blackned, ma con importanti divagazioni che spaziano dall’industrial al black più avant-garde. Pattern di batteria contorti ed intricati, i quali richiamano a influenze che cadono tra 1349 e Mysticum, linee vocali soffocanti e laceranti, il tutto massacrato da riff nervosi, suoni disturbanti, atmosfere inquietanti e prive di speranza. Poderosa “Crawling Fire” con la sua ambientazione snervante e le linee vocali che spaziano tra il growl proveniente dalle più fetide catacombe ed un clean corale molto evocativo. Letale “Ashura”, specialmente per la parentesi basata sul mid tempo, il tutto contornato da sfuriate violente prive di umanità. Pulsante ed inquietante “The Crown of Death”, brano decisamente progressivo, con clean vocals dissonanti, intense varianti melodiche e drumming contorto. L’inquietante intermezzo “Hermetic Silence”, conduce alla sferzante “Occisor”, sostanzialmente un brano black’n’roll spinto a livelli inconcepibili da una normale mente umana, prima della epica e ulteriormente teatrale conclusiva “Constrictor Torrents”. Ottimo album, feroce e crudele, freddo ma intenso. Sicuramente attraente per gli amanti dei Mysticum e del black industriale; ma anche per coloro che cercano diversità compositiva che non tracimi nell’estrema complessità assimilativa, questo “La Croix de Sang”, dopo la lunga gestazione, riesce a stuzzicare interesse, creare attrazione, materializzare una gamma particolarmente psicopatica di tetri incubi.

(Luca Zakk) Voto: 8/10