(InsideOut Music) “Come si fa a non amare i Dream Theater?”: quante volte vi siete sentiti dire questa frase? Beh, io ci ho messo davvero tanto a farmeli prima piacere, poi apprezzare. Ma ora devo dire che sono in una fase della mia vita in cui posso dire che sono un gruppo, nel bene e nel male, fondamentale. Senza contare che a me piacciono le storie a lieto fine. E se consideriamo che dopo “Metropolis Pt. 2: Scenes from a Memory” le cose, per anni, non sono andate benissimo, da un lustro circa possiamo invece dire che i nostri sono tornati ai livelli che competono loro. “The Alien”, la traccia di apetura, sembra tratta da un ipotetico “Metropolis” parte 3, diciamolo subito, giusto per spazzare via molti comprensibili dubbi. Certo, la voce del cantante sforza pure in studio, ma ormai è un fatto accettato e digerito da ormai un decennio. Neanche mi metto a discutere sul valore tecnico dell’opera, qui si gioca in casa della tecnica; ciò che mi preme sottolineare è l’assoluta armonia e il cristallino equilibrio tra parti dure e parti più rilassate. Un mix che esplode in ogni singola dannatissima traccia, registrata e prodotta in modo semplicemente sublime. Un disco che non si discosta dal livello che i nostri hanno ormai preso come casa propria, e che per molti resta un miraggio per tutta la carriera. Che livello? Beh, quello del capolavoro, né più, né meno. Una garanzia nel panorama musicale metal e non solo che ha davvero pochi eguali. Assoluti.

(Enrico MEDOACUS) Voto: 10/10