copdsg(Pure Steel) David Schankle, come tutti sanno, è stato il chitarrista dei Manowar fra l’abbandono di Ross the Boss e l’ingresso in formazione di Karl Logan: praticamente tutti i fan dei Kings of Metal lo considerano il guitarist meno significativo della storia della band, ma a mio parere il suo stile impazzito e velocissimo ha contribuito, e in modo significativo, a decretare la riuscita di molti brani di “Triumph of Steel”. I suoi colleghi, infatti, non avrebbero mai reso in modo così vivo la rabbia di Achille nelle parti finali di “Achilles: Agony and Ecstasy”, né avrebbero potuto lanciare a mille una canzone come “The Power of thy Sword”. Uscito (cacciato?) dai Manowar, il nostro ha avviato una discontinua carriera solista, di cui “Stil a Warrior” rappresenta il terzo capitolo. Subito la opener, che ha grande potenza ma evidenzia pure i difetti di una produzione stranissima: l’assolo shred del funambolico guitarist sembra non essere ben missato con il resto, e diventa una sorta di corpo estraneo suonato nella stanza affianco. Il difetto si ripeterà in tutti i pezzi, per una resa (soprattutto in cuffia) a tratti disturbante… “Ressecution” è così dura da sfiorare, in un paio di casi, la dissonanza; due i pezzi strumentali, la breve “Demonic Solo” (dall’a me sconosciuto film “Jezebeth”) e la lunga (quasi nove minuti!) “The Hitman”, un po’ troppo ubriacante nel suo voler stupire a tutti i costi. Forse le cose vanno meglio quando c’è un po’ più di melodia, come in “Eye to Eye”, o nella conclusiva “Across the Light”, ma la riuscita complessiva dell’album è abbastanza compromessa dalle pecche di cui si è detto. Peccato, perché i brani non sono affatto scritti male.

(René Urkus) Voto: 6,5/10