copdvalin(NoiseArt Records) Con un nome tolto dalla mitologia nordica, è facile immaginare cosa suonino i Dvalin: questi tedeschi di Würzburg, che esordiscono a ben sei anni dalla fondazione, si dedicano intelligentemente a un pagan/folk metal denso di sfumature e decisamente ambizioso. “Redeemed by Oblivion” è più violenta di quanto ci si potrebbe aspettare dopo l’allegra intro: certamente gli Eluveitie sono un riferimento importante, ma le trame sonore sono mediatamente più complesse e meno melodiche. “Omen (part 1)” contiene addirittura delle partiture che fanno pensare al progressive; la seconda parte del brano, posta quasi a fine scaletta, spinge invece su territori più blackeggianti. “Zwergenvolk” ondeggia fra folk e pagan, ricordando i Finntroll meno giocosi. Ancora grande varietà, stavolta animata da un rinnovato brio delle cornamuse, in “Schrecken des Waldes”, un brano molto tedesco, che mi ha fatto pensare anche agli Adorned Brood e (in misura minore) ai Suidarka di qualche anno fa. Si fa notare anche lo strumentale “Skaldenfest”, saldamente ancorato alla tradizione medievale. Una band di tutto rispetto in una scena che, oggi, offre molto meno di qualche anno fa.

(René Urkus) Voto: 7,5/10