 (AFM Records) Settimo lavoro per Dynazty, formazione svedese che da sempre propone un power metal dalle forti tinte hard rock, ponte ideale tra gli Stratovarius e gli Europe più commerciali. Dotati di un bagaglio tecnico e di un songwriting indubbiamente sopra la media, la band scandinava ha dato alle stampe l’album più completo ed ispirato della sua carriera. I brani sono immediati, anthemici, ricchi di ritornelli di facile memorizzazione e solenni, grazie ad u n utilizzo intelligente delle tastiere. Molto interessante il pezzo “The Man and the Elements”, dal sapore celtico e caratterizzato dalle chitarre che riproducono il suono della cornamusa. “Paradise of the Architect” è caratterizzata da trame ritmiche complesse, avvicinandosi a sonorità care agli Amaranthe. “Waterfall” è estremamente orecchiabile, anche se il ritornello sembra una versione rallentata di “Black Diamond” degli Stratovarius. Ben più aggressiva “From Sound to Silence”, dalle ritmiche stoppate e sincopate e parti vocali in growl. Un album in puro stile Dynazty, ma allo stesso tempo, band legata alla tradizione senza per questo avere paura di osare.
(AFM Records) Settimo lavoro per Dynazty, formazione svedese che da sempre propone un power metal dalle forti tinte hard rock, ponte ideale tra gli Stratovarius e gli Europe più commerciali. Dotati di un bagaglio tecnico e di un songwriting indubbiamente sopra la media, la band scandinava ha dato alle stampe l’album più completo ed ispirato della sua carriera. I brani sono immediati, anthemici, ricchi di ritornelli di facile memorizzazione e solenni, grazie ad u n utilizzo intelligente delle tastiere. Molto interessante il pezzo “The Man and the Elements”, dal sapore celtico e caratterizzato dalle chitarre che riproducono il suono della cornamusa. “Paradise of the Architect” è caratterizzata da trame ritmiche complesse, avvicinandosi a sonorità care agli Amaranthe. “Waterfall” è estremamente orecchiabile, anche se il ritornello sembra una versione rallentata di “Black Diamond” degli Stratovarius. Ben più aggressiva “From Sound to Silence”, dalle ritmiche stoppate e sincopate e parti vocali in growl. Un album in puro stile Dynazty, ma allo stesso tempo, band legata alla tradizione senza per questo avere paura di osare.
(Matteo Piotto) Voto: 8/10
 
 



