copDynfari(code666) Pura atmosfera, purezza dei sentimenti, essenza dell’emozione. Mi avvicino per la prima volta ai Dynfari -a questo duo islandese- con questo lavoro (il titolo si traduce come Viaggio del tempo), nonostante si tratti già del terzo della loro carriera. Si parla di black metal, di black metal atmosferico, ma credo in questo album ci sia qualcosa di personale, non classificabile con una etichetta, la quale sicuramente non può essere strettamente black metal. Ci sento Sigur Rós. Ci sento la genialità di Solefald. C’è del Burzum. Ci sento deviazioni e stili personali che comunque convergono in uno scenario freddo, glaciale e meravigliosamente oscuro. Suoni che si sviluppano. Melodie dolci che si intensificano e diventano aggressive. Momenti idillici affiancati da istanti di rabbia in una convivenza assurda. Una esperienza sonora di quasi un’ora, che deve essere ascoltata globalmente, che deve essere approfondita, capita… anche se già dal primo ascolto è possibile percepire un magnetismo irresistibile ed eccitante. Una diversa concezione di metallo, di black ed atmosfera molto lontana dalle regole note come tremolo, blast beats o synth loop, anzi siamo davanti a qualcosa di lontano anche dalle tastiere infinite o suoni forzatamente folk. Qui la chitarra brutale rimane ed è uno strumento principale. Il drumming potente è presente. Il growl delle linee vocali non manca. Ma c’è anche una formula che è capace di abbinare moltissime componenti, tantissimi spunti creativi, tanto da originare qualcosa di nuovo, un percorso musicale coinvolgente ed estremamente intelligente diretto verso concetti oscuri, depressivi. Apocalittici.

(Luca Zakk) Voto: 9/10