copdyrnwyn(Autoproduzione) I romani Dyrnwyn prendono il nome da una spada magica della mitologia gallese, e si presentano sul mercato con il loro primo autoprodotto: nonostante la produzione minimale, in “Fatherland” si sentono tanti buoni spunti. Si comincia con la traccia autotitolata: prima una dolce intro, poi una sfuriata pagan che non abbandona i giri quadrati del folk, tanto che mi è venuto da pensare agli Equilibrium. “Battle Prayer”, nonostante il titolo, ha toni leggermente più giocosi, da buon vecchio pagan della scorsa decade. La titletrack, rallentando il ritmo, ci offre quell’epicità nordica indispensabile in prodotti di questo tipo; anche “Whispering Wood” si attesta su tempi lenti, ma con un appeal più oscuro ed estremo (forse i Suidakra sono un buon riferimento). Quattro brani e venti minuti sono sufficienti ai capitolini per toccare più atmosfere e modalità del pagan folk metal: lontani come sono dalle pacchianerie e dalle trivialità del genere, possono crescere in senso esponenziale!

(Renato de Filippis) Voto: 7/10