(Copper Feast Records) Sono scozzesi e per “Earl Of Hell” si sono affidati al mixaggio e masterizzazione di Alain Johannes (Queens of the Stone Age, EODM, Mark Lanegan). Earl Of Hell al primo album mostrano riferimenti di stile addirittura ai Killing Joke, però in un suonare che si avvicina a uno stoner ibridato con il doom e il grunge. Un qualcosa che può avvicinarsi a qualche scorribanda tipica degli Alice In Chains, per esempio, però gli scozzesi in definitiva sono comunque peculiari. Un lavoro omonimo che ha un sound anche poersonale, capace di richiamare si le sonorità grunge degli anni ‘90 e i derivati dei tardi duemila, però la band si pone con un atteggiamento di rivisitazione. Tra uno stoner dai confini larghi, suonando in maniera decisa, determinata e l’hard rock settantiano che echeggia tra questi pezzi dei quali alcuni accattivanti e ruffiani al punto giusto. Buone le linee vocali che si innescano prima di qualche assolo fulminante delle chitarre. Un album parzialmente coinvolgente, però alla lunga presenta diversi momenti ripetitivi. Un debutto che nel segno di un impasto tra rock degli anni settanta, novanta e del futuro, guarda però spesso all’indietro!

(Alberto Vitale) Voto: 7/10