(My Kingdom Music) L’abilità nel realizzare album omogenei e uniformi nell’aspetto è una prerogativa dei lucani Ecnephias. L’atmosfera dark che emerge da “Seven – The Pact Of Debauchery” è totale. Una bruma che caratterizza un paesaggio, in questo caso però è un paesaggio dove vive la fusione tra gothic, doom, occult rock e dark metal. Gli Ecnephias sono da sempre artigiani delle artmosfere fosche, meste. Mancan, voce e basso e padre riconosciuto della band da oltre cinque lustri espone una nuova opera, dopo “The Sad Wonder of the Sun” (QUI) che nel 2017 ha mostrato una certa grazia, ricco di atmosfere sfumate. Questa volta “Seven – The Pact Of Debauchery” esplora un ritorno all’oscurità primeva della band pur non rinunciando alla proverbiale capacità di Mancan, e Nikko e Demil, rispettivamente chitarra e tastiere, batteria il secondo, di plasmare l’oscurità con tinte cangianti. “Seven – The Pact Of Debauchery” inizia con i più classici canovacci strasentiti dagli Ecnephias, nello specifico l’accoppiata iniziale “Without Lies” e “The Night of the Witch”. A seguire l’impennata artistica è concreta, soprattutto con “Vampiri” e “Il Divoratore” che rappresentano due momenti unici e brillanti dell’album. Conturbanti scivolamenti nella synth wave e nel dark, arricchiscono le soluzioni gothic e doom-occult, come in “Tenebra Shirts” oppure con la magniloquente, maestosa e ‘laibachiana’ “Run”, impreziosita da percussioni e una certa atmosfera ‘mediterranea’. Anche “Rosa Misitica” presenta una buona andatura coronata da un tenace riff metal oriented. Questo nuovo capitolo della produzione discografica dei lucani apporta un ulteriore valore alla stessa. L’artwork è di Luciana Nedelea, istantanea visiva dell’album ma forse meno ispirato rispetto alle immagini dei precedenti.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10