(Einheit Produktionen / Winter Solitude / Alive) Quasi venti anni, nove album, un’identità romantica e teatrale quella dei berlinesi Eden Weint Im Grab, quintetto che mischia dark, folk, gothic e un qualcosa del black metal. Uno stile molto tedesco, infatti la band canta nella propria lingua, però questa vicinanza è marcata non dall’idioma usato per i testi, bensì certe soluzioni vagamente Rammstein o magari dei Nachtblut a determinarlo. Eppure “Apokalypse Galore” globalmente è un prodotto della creatività dei quattro, in quanto nell’album è evidente un tratto narrativo dai toni romantici, a volte recitati che spicca da sempre nei lavori della band. C’è un’aura gotica che pervade le canzoni di “Apokalypse Galore”. Un’anima che infonde un retaggio popolare in certi momenti, anche potenziati dall’uso del violoncello di Meyster M. Melicus e del violino della ormai fuoriuscita Kalila Karussell. A ciò si aggiungono i sintetizzatori che corredano di orchestrazione o vagamente da musica da camera certi passi dell’album. Salvo per le impennate neo-black metal, l’album ha un passo soprattutto snello ma è zeppo di tempi medi o lenti e si ha, sulla distanza, l’impressione che il calco ritmico sia spesso uguale a se stesso per l’intero arco degli undici pezzi. La prima metà del full length è piuttosto varia. Parte bene l’opener “Hure Babylon”, un pezzo veloce e orchestrale, poi “GeysterGaleere” a spiccare tra dark, classicismo e un’atmosfera molto oscura. Pian piano le atmosfere gotiche si tingono di colori sempre più foschi, il parco vocale diventa variabile, le chitarre spaziano da accompagnamenti a momenti più incisivi e sempre circondate da un ricamo dei sintetizzatori e degli strumenti classici. “Trauerspiele des Clowns” è una canzone tra il malinconico e momenti di melodic black metal che segnano questa atmosfera un po’ horror metal.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10