(Einheit Produktionen) DATA DI PUBBLICAZIONE DEL DISCO: 31 MARZO 2017 Settimo album per i tedeschi Eden weint im Grab, dark/gothic metal band molto originale e fantasiosa: basti pensare che le iniziali del monicker (letteralmente, ‘Il paradiso piange nella tomba’) formano la parola EWIG, che in tedesco significa ‘eterno’. Ma queste cose le ho già dette recensendo “Geysterstunde II”, quindi passiamo a questo nuovo disco… come per il precedente, già il titolo è un gioco di parole, che ha il doppio significato di ‘Viaggio vicino alla morte’ e ‘Viaggio notturno della morte’. “TraumTod” (‘Morte da sogno’, un altro gioco per ‘Sogno di morte’) mescola tristi violini e suoni duri alla NDA per un avvio molto convincente e d’impatto: questo non è certo il solito gothic metal! Nel sound infatti entrano molti elementi teatrali, a tratti proprio burleschi (come nella successiva “Bon Voyage”), che rendono l’insieme decisamente particolare. Il migliore esempio di quanto c’è di buono nell’album è forse “Der Jenseitstroll” (‘Il Troll dell’aldilà’): una melodia che sa di anni ’20, molto burtoniana, ma inserita in un contesto metal, e senza dimenticare un ritornello orecchiabile. Inquietante “Limbus” (‘Limbo’); lenta e maledetta, ben oltre i confini di certo gothic doom katatoniano, “Kahnfahrt auf dem Acheron” (‘Gita in barca sull’Acheronte’, il mitologico fiume infernale). “Die verwaiste Wüstenstadt” sperimenta addirittura fino al desert rock (come del resto lasciava intuire il titolo tedesco, che significa ‘La città abbandonata del deserto’). Violenta e cattiva “In den Toten-Taverne” (‘Nella taverna dei morti’), ed è una gradita immersione nell’estremo anche “Sternenmenschen” (‘Uomini delle stelle’), brano che flirta addirittura con il black. Il cerchio si chiude con “Das große Mysterium” (‘Il grande mistero’), che torna al gothic più raffinato e sognante. Un disco che riesce a mescolare bene molti generi e molte atmosfere: classe sopraffina che merita visibilità.

(René Urkus) Voto: 8/10