(Autoproduzione) Ecco tornare sul mercato il virtuoso chitarrista inglese Fraser Edwards: a tre anni dal non riuscito “I am God” il nostro mostra decisivi miglioramenti, e in “The Architect” troviamo delle vere canzoni e non soltanto delle scuse per sfoggio di tecnica. Dieci i brani in scaletta (alcuni sono dei brevissimi strumentali) e due cover: una, orrenda, di “On my own” dal musical “Les Misèrables”, l’altra, simpatica, di “Your Song” di Elton John. Fraser presenta il proprio shred con la frastornante titletrack, poi la simpatica “Stop saying we sound like Dragonforce”… suona esattamente come i Dragonforce, in tutto, compreso lo stile vocale di Richard Carnie, molto simile a Marc Hudosn! La sgroppata mette allegria anche per il testo autoironico. “The Death Zone” riecheggia brani del pop più commerciale, con un effetto che qui non si sa quanto voluto o casuale; “Ruination” ci butta dentro passaggi in growling, mentre “Dio volendo lo farò” scherza un po’ con tutto, con il country, l’opera e la musica classica. “Among the Stars” è la power ballad, in cui Richard sforza al massimo (e forse anche un po’ oltre) il proprio falsetto; c’è tempo anche per uno strumentale dai toni vagamente est-europei, “Crouching Comrades, hidden Dragonforce” (di nuovo!). Allegro, citazionista e scherzoso, il power di Edwards stavolta convince per il suo non prendersi mai troppo sul serio.

(René Urkus) Voto: 7,5/10