(autoprodotto) Dietro un alone di mistero, i tedeschi EFF si definiscono ‘malinconia elettrica’, e questo dentro un turbinio darkwave, synthwave, con molto EBM, dentro un moto goth, avvolto dall’immancabile oscurità. “Zero”. L’inizio. Il debutto. Elettronica, tanta elettronica: la batteria è un beat trance elettronico, i brani parlano di sofferenza, di fratture interiori, con linee vocali tra il cantato e il recitato, quasi sempre su ritmi ballabili, ma sicuramente privi di qualsivoglia allegria derivante dalla danza. Synth gelidi. Pulsazioni che fanno intravedere luci stroboscopiche isteriche, così accecanti da intensificare l’oscurità. Otto brani volutamente piatti, ma stuzzicanti, stimolanti, pungenti. “Unfading” travolge, “93 Pt.1” è inquietante, favolosa “Gedankendelikt”, destabilizzante la conclusiva “Negativ”. Difficile rimanere indifferenti. Impossibile resistere. “Zero” è perversione. “Zero” è ipnotico. “Zero” non lascia scampo.

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10