(Autoproduzione) Il nome di questa band suscita certamente curiosità, ma data la loro origine geografica ho una teoria… e se i napoletani Eighty One Hundred stessero facendo riferimento al CAP della loro città, che è 80100? I campani si presentano con una immagine molto curata e con un disco breve ma serrato, che loro definiscono ‘rage metal’, io collocherei nell’ambito heavy/power/thrash che di solito fa proseliti soprattutto negli Stati Uniti. La titletrack ha dei suoni heavy/power molto duri e arcigni, ma soprattutto grazie al cantato di Screamer non dimentica la melodia. La solida “Payback my Time” si sviluppa in un crescendo che porta verso sonorità alla Vicious Rumors, mentre ha un ispirato ritornello “No Way out”. In “Mater Gaia”, il brano più lungo e complesso della scaletta, ci sono alcune accelerazioni maideniane non male; si chiude con la grinta al vetriolo di “Power of Revolution”. Rabbiosi ma senza essere disordinati, gli Eighty One Hundred convincono con una prestazione compatta.

(René Urkus) Voto: 7,5/10